Un volume consigliato per un pubblico in cerca di letture con
significato attuale, profondo ed illuminante.
Questa raccolta di
poesie testimonia dei sentimenti e delle meditazioni di tutto il
percorso di vita dell'Autore, un percorso di vita singolare - raccontato
in modo suggestivo nel precedente volume di Pierluigi Sommariva L'anobio
e la ninfea – segnato da un incidente che lo rese tetraplegico all'età
di diciannove anni, cambiando radicalmente la sua vita esteriore ma
anche accentuando la tendenza alla riflessione che gli era sempre stata
propria.
Certamente la poesia di Pierluigi nasce già fin dagli albori della sua
autocoscienza che inizia a rapportarsi, con stupita meraviglia, con la
realtà del mondo naturale circostante. Come quando, all'età di cinque
anni, vide per la prima volta il mare: camminò assorto verso quel nuovo
elemento azzurro, con gli occhi fissi all'orizzonte; si fermò in piedi
sulla battigia e, spalancando le braccia, esclamò: “Che Erro
grosso...!?” Qualcuno lo prese per mano distogliendolo da quella sorta
di contemplazione estatica, ma lui disse: “Lasciami....devo pensare!”
Sarebbe errato infatti ridurre queste poesie al tema della disabilità o
addirittura allo sfogo di una persona colpita da una grave disgrazia,
come peraltro testimoniano le prime composizioni e i frammenti degli
anni giovanili, raccolti nella prima parte del volume e denominati:
”Humus di poesia”. Da sempre l'Autore fu portato ad interrogarsi sul
mistero dell'essere, sul significato della propria vita e sul destino
ultimo dell'uomo e ad esprimere le proprie riflessioni, talora anche
tormentose, in forma poetica. Inclinazione che poi ha continuato a
coltivare nella ricerca introspettiva e ad approfondire fino ad oggi,
spaziando nelle varie regioni dell'animo umano e, in special modo, in
quella dell'amore nelle sue molteplici espressioni, sino a toccare
talvolta il puro lirismo.
Né i temi delle poesie sono sempre di carattere autobiografico: in
genere anzi i fatti e le esperienze personali sono il punto di partenza
per meditazioni di carattere filosofico e religioso nelle quali, senza
pregiudizio per la qualità dell'espressione letteraria, vengono
affrontati argomenti quali il senso della vita e della sofferenza, il
paradossale destino dell'uomo, l'amore e la fede in Dio. Viene in genere
messo in evidenza, con immagini suggestive, il carattere misterioso
dell'esistenza e la realtà del dolore che sempre incombe, ma al contempo
anche la speranza della liberazione.
Un altro tema fondamentale è l'amore per la natura, ed in particolare
per quella della Valle Erro, dove si trova Arzello, paese natale
dell'Autore, e anzi spesso è proprio la contemplazione della natura che
dà spunto alla riflessione e nello stesso tempo costituisce un elemento
di serenità e consolazione.
Un cenno particolare meritano le poesie in dialetto, anch'esse permeate
da sottili sentimenti, ora di melanconia, di nostalgie e rimpianti, ora
di gioia ed esultanza, sempre caratterizzate da una singolare
valorizzazione del mezzo espressivo dialettale.
Dunque un libro che non è di sole poesie, ma struggente racconto di una
straordinaria avventura esistenziale.