|
INTERVISTA A
GAETANO BARRECA
l'autore che nel 2011 ha avuto ben tre libri al numero
uno della gara letteraria "Libro del mese", organizzata
dall gruppo Facebook "Il Romanziere. L'arte di scrivere,
la passione di leggere.". Essendo stato libro del mese a
giugno, a novembre e a dicembre, ha ben meritato
anche il titolo di "Autore dell’anno 2011
|
Parlaci di te
E che ti devo dire? Ahhah
Ho esordito nel 2008 con L’amuleto dell’Essere, un libro
amato dai lettori e ostacolato in vari modi prima della sua
pubblicazione. Davo troppo peso al parere degli altri, in
particolar modo a un professore universitario che ha una
piccola casa editrice in Umbria. Sono stato testardo, perché
credevo in quel che scrivevo e guarda un po’, a marzo 2012
festeggio i miei quattro anni di carriera. Le soddisfazioni
sono arrivate trovando citazioni del mio libro su vari blog
e su facebook, e soprattutto dopo le lettere di
ringraziamento pervenute dai alcuni lettori.
Nel mio percorso di autore emergente, a malincuore, ho
capito che dire che si è nati nel Sud Italia non è una buona
pubblicità per uno scrittore. Meglio non dire dunque che
sono nato a Reggio Calabria nel 1979, ma solo che dopo aver
studiato a Perugia mi son trasferito in Inghilterra dove sto
vivendo un periodo di crescita molto interessante. Ecco la
mia vita, fatta a trentadue anni di scorazzate in bici per
Londra, musei, teatri e soprattutto di scrittura nei caffè
dove sono a contatto con autori internazionali. Per esempio
lo scrittore e storico tedesco Oliver Matuschek, per conto
di cui sono stato in Toscana per intervistare la figlia del
marito della prima moglie di Stefan Zweig, lo scrittore
ebreo tristemente scomparso. Ancora, il premiato poeta
cinese Yang Lian e la moglie e scrittrice Yo Yo. Un ambiente
culturale stimolante, in cui ho deciso di vivere con tanti
sacrifici e che adesso mi arricchisce e mi rende felice.
Di cosa parla il
tuo nuovo romanzo?
Ambientate tra Puglia, Umbria e Inghilterra, Inquietudini di
Cera è una raccolta di lettere del periodo universitario in
cui, per la prima volta, Icaro decide di raccontare la sua
vita all’ex ragazzo a cui svela i suoi stati d’animo, paure
e speranze vissute in questi trent’anni di vita. Parlerà di
come ha scoperto dell’adozione e di come sia entrato per la
prima volta in Khepri, il suo mondo interiore intriso di
mitologia egizia, che gli ha permesso di sopravvivere e
affrontare il male del mondo. Psicologia post adolescenziale
dunque, raccontata da un ragazzo che sarà accusato di essere
l’assassino del suo amato. Un amore che combatte per
“esistere”, una storia moderna e originale raccontata dai
Romeo e Giulietta del ventunesimo secolo.
In Inquietudini
di Cera, oltre che Icaro e Alessandro, ho letto che anche tu
ti sei definito un Poeta di Cera, cosa significa?
“I Poeti di Cera sono geni incompresi, folli temerari capaci
di vedere al di là delle cose. Viaggiatori instancabili che
vivendo di passione e sogni lasciano un segno indelebile tra
la gente rivoluzionando il mondo.”
Il tuo sogno nel
cassetto?
E’ una piccola sciocchezza, vedere la gente nella metro e
nei bus di Londra che legge i miei romanzi! Per il resto,
sono in cammino per realizzare ogni mio sogno. A trentadue
anni sarebbe pure ora no? [:)]
Nei tuo romanzi, come nelle favole, hai sempre dato tanta
importanza al concetto di Individualità e autoespressione,
perché?
Facendo da porta voce allo scrittore che c’è in me, ho avuto
la fortuna di crescere in Calabria in un uno dei quartieri
che, oltre i tanti problemi storici, ancora stava cercando
di farsi una ragione alle violenze inflitte dallo stato
nella rivolta di Reggio degli anni ’70.
Un ambiente culturale che viveva nel concetto di
sopravvivenza in cui devi essere forte, cattivo e far di
tutto per non essere soggetto a influenze criminali, dove il
bene e il male è deciso dalla Chiesa parrocchiale e i
mafiosi, o i politici, strumentalizzavano la guerra tra lo
stato e i suoi cittadini. Essere uomo sembrava il sinonimo
di persona dura, buona ma che non doveva esprimere alcun
sentimento di debolezza. È stata un educazione un po’ dura e
io, che ero un bimbo ingenuo e che non avevo vissuto quel
clima, ero incapace di capire la ristrettezza mentale,
dovuta alla paura, e quindi un grande ribelle. Non una testa
calda, intendiamoci, ma sentivo che il mio mondo interiore,
i miei pensieri cozzavano troppo con le aspettative di vita
che ci erano state date. È stato tutto difficile ma molto,
molto interessante. Grazie a Dio, oggi le cose sono diverse.
Sei stato uno
studente fuori sede dunque.
L’Università mi ha dato il permesso di vivere fuori casa, a
Perugia, come studente lavoratore. Un’esperienza che oltre
tarallucci e vino mi ha dato la possibilità a malincuore di
comprendere che “Essere figlio di…” è un passaporto
versatile che funziona in tutta Italia. Ero stato educato
dalla tv, dalla scuola e da “quel che si diceva”, che al di
là del sud regnava l’onestà e la meritocrazia. Era lì il
nostro futuro felice. Sulla mia pelle ho scoperto che era
una grande e bella bufala, e soprattutto che ogni cultura va
conosciuta e rispettata.
Come mai Londra?
Ventinove anni, una laurea ottenuta con grandi sacrifici in
Storia dell’arte e Archeologia che oltre a darmi onore e
gloria con un progetto di scavo a Pompei non mi aveva messo
in tasca nemmeno un centesimo, un ambiente culturale
moribondo. In più come scrittore sentivo la necessità di
reinventarmi, vivere di emozioni, confrontarmi e mettermi in
discussione rapportandomi con altre culture. Dopo aver
viaggiato un po’ per l’Europa ho scelto Londra, la capitale
che consente ancora ai sogni di diventare realtà, dove la
meritocrazia esiste davvero. Insomma la mia crisi dei
trent’anni, che mi ha permesso di scrivere il Martini Bias
Crime, mi aveva condotto a cercare il benessere al di fuori
del mio piccolo mondo antico. Soprattutto era arrivato il
momento di capire e aver il coraggio che Gaetano aveva
bisogno di concedersi un’altra opportunità di vita. Alla
faccia di chi dice che a trent’anni sei vecchio. È per
questo che Calabria Ora mi ha dedicato un intera pagina del
suo giornale definendomi “Lo scrittore di rinnovata
giovinezza”.
Lo Scrittore
Italiano che viene da Londra, perché questo nome?
Mi è stato dato a Canterbury dove ho studiato e vissuto per
due mesi nel 2010 per migliorare il mio inglese. C’erano
studenti da tutte le parti del mondo arabi, cinesi,
spagnoli, tedeschi… che emozione riuscire a capirsi, parlare
la stessa lingua. Comunque torniamo a noi! Per loro ero un
po’ un mito perché, benché studiassi nel Kent vivevo già a
Londra. Loro al contrario, conclusa l’esperienza di studio
sarebbero tornati a casa. Studiare fuori Londra è stata una
scelta obbligata, l’unico modo per non essere in contatto
con altri italiani!
Dove vorresti
vivere?
Voglio viaggiare, mi sento un cittadino del mondo. Scoprire,
confrontarmi, reinventarmi è quello che voglio dalla mia
vita. Avevo letto una frase da qualche parte, in cui si
diceva che più ti allontani dal posto in cui sei nato più ti
avvicini. Amo la mia terra, la amo con tutto il mio cuore.
La Calabria è magica, mitologica ma non tornerei mai a
vivere li, né tantomeno in qualsiasi parte d’Italia. Chi
abita all’estero sa che a malincuore siamo un popolo che non
vuole vedere al di là del proprio naso, e quando hai visto
il mondo e sei libero non puoi tornare a vivere in una
gabbia dorata. Posso sembrare uno sbruffone dicendo questo,
ma la delusione che ho avuto, rincorrendo onestà e
meritocrazia, è pari a quella di una storia d’amore finita
male, in particolar modo quando hai dei sogni da seguire.
C’è la mezza possibilità che io mi traferisca a San
Francisco a fine anno, ma desidero che Londra sia sempre il
mio punto di riferimento.
Qual è
l’esperienza da scrittore che più ti ha emozionato?
È stato il ricevere le prime mail dei miei lettori nel 2008.
Ricordo che c’erano alcuni che mi ringraziavano, perché
grazie alla lettere di Icaro e Toshi de L’Amuleto
dell’Essere, avevano capito di non essere soli e unici,
provavano conforto e speranza. Era quello che volevo
comunicare, il mio messaggio era riuscito. Lo scrivo ancora
a caratteri enormi LA DIVERSITA’ È UN PUNTO DI VISTA, non
esiste!
Un'altra emozione grande e recente, oltre che esser chiamato
a prendere parte del gruppo della rosa dei dieci eletti
Autori da Favola ,è stato conoscere alcune delle autrici a
Magenta quando l’11 dicembre 2011 abbiamo compiuto un anno
di collaborazione e insieme abbiamo presentato il nostro
Favole Racconti e Dintorni. Emozione ancora più grande è
stato vedere i bambini che in libreria si impegnavano a
disegnare le favole che raccontavamo… non hai idea che gioia
vedere quei piccoli artisti, e che capolavori! E ancora la
trasmissione in radio di Zenzero su TRS Radio con Anna Maria
Mustica Raffaele. Troppe emozioni Gianluca, davvero tante!
Stato attuale
del tuo animo?
Felicissimo, stai parlando con l’Autore dell’anno 2011!
Progetti per il
futuro?
Ho da poco concluso le sedute del giovedì sera con Luciano,
il mio terapeuta. Avere un amico psicologo, per uno che
scrive di narrativa introspettiva, equivale ad andare a fare
la spesa al supermercato. Ho un anno di appunti e emozioni
che mi aspettano da revisionare. Un lavoro che non mi
impegnerà molto e quindi spero di presentare il terzo
capitolo dei Poeti di Cera entro l’anno. Soprattutto, e
voglio aggiungere un “Finalmente!”, tradurre Inquietudini di
Cera in inglese. E già c’è un nuovo gruppo segreto creato su
facebook per scrivere una nuova e interessante raccolta di
storie che sarà pubblicata a fine anno.
GAETANO BARRECA
SU INTERNET
Il personale da scrittore, dove parlo di cultura e miei
punti di vista:
www.gaetanobarreca.com
Uno dedicato ai Poeti di Cera:
www.alessandromartini.wordpress.com
e al grido di Siete Pronti a Tornare bambini, il blog degli
Autori da Favola:
www.favoleedintorni.wordpress.com
|
|