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Gianluca Della
Monica è di
Roma, ma attualmente assente dalla capitale per lavoro. Scrive
poesie, racconti e romanzi psicologici-intimistici, dove cioè in
primo piano emerge l'individuo, con i suoi conflitti interiori e
con le sue emozioni. I suoi scrittori preferiti sono in gran parte contemporanei. Ognuno lo affascina per una caratteristica diversa,
come la grinta
nei personaggi di Ken Follett, la dolcezza linguistica di Dacia
Maraini, le atmosfere toccanti di Susanna Tamaro. Del passato
apprezza il romantico Coleridge, Schopenhauer e Guy de Maupassant.
Della Monica afferma che, quando comincia a scrivere un romanzo, le
sue idee partono da un aforisma.
Nel romanzo
“Farfalle
di porcellana”
(2003) la poesia si fonde con l'inquietudine. Ad ispirarlo sono state le parole di Carl Sandburg: "Nulla
accade se non l'hai sognato prima".
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Nel 2007
pubblica il romanzo:
“Il
pugno nello stomaco”.
L’arte e la sua opera purificatrice sono le vere protagoniste di
questo romanzo. L'arte diventa il rifugio dell'io narrante ogni
volta che la vita lo mette di fronte a prove più o meno dure, e saprà
anche insegnargli che in realtà il destino non esiste e che è solo una
giustificazione inventata da chi si rassegna troppo facilmente. Anche
in questo romanzo è stato un aforisma ad ispirare lo scrittore: “Si
usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere
d'arte per guardare la propria anima.”
Nel 2011 pubblica
“Il
bosco di betulle”
, un romanzo storico-sentimentale
che affronta un argomento di cui non si parla mai abbastanza:
l'importanza delle donne, con il loro carattere sensibile e allo
stesso tempo caparbio.
Dolce come la
vaniglia, fresco come la menta, intenso e pungente come il
cedro. Ecco com’è “Il bosco di betulle”.
L'aforisma che ispira il romanzo questa volta è napoletano: "Quanno
si' 'a 'ncunia, statte; quanno si' martiello, vatte", che sta a
significare "Quando sei incudine, statti; quando sei martello,
batti", ossia bisogna sapersi adattare alle situazioni.
---Intervista all'autore---
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